Abbiamo già affrontato il discorso dell’e-commerce e della sua ascesa qualche tempo fa, quando in Italia si registrava un incremento rispetto all’anno precedente di quasi il 16%.  Un nuovo report sull’e-commerce pubblicato da BEM Research ( BIG DATA, ECONOMICS E MARKETING ONLINE) mostra che in Italia questa  crescita è piuttosto lenta, rispetto all’Europa: circa il 32% degli italiani acquista online, a fronte di una media europea del 57%.

Il valore dell’e-commerce B2C supera i 25 miliardi di euro e tra i settori più “amati” si conferma il settore dell’abbigliamento con il 17%, seguito dal settore viaggi&trasporti  ed elettronica ( circa il 15%), libri e giornali 13%, film, musica ed eventi 11%. Il report rileva, inoltre che il Nord-Est del paese cresce più rapidamente rispetto a Sud e Isole, in capo alla lista si trova il Friuli Venezia Giulia con il 40% di acquisti, ed ultima la Sicilia con il 25%.

Lo studio rileva che il consumatore tipo è uomo tra i 24 e i 34 anni ( circa il 26% ) soprattutto residentie in città piccole, probabilmente dovuto dal fatto che nei piccoli centri trovare alternative e prodotti di nicchia è più complicato rispetto ai grandi centri urbani.

Le piccole e medie imprese italiane hanno prodotto un fatturato sul web pari al 6% del totale del 2017 ( anche nel 2016 il valore era uguale), in europa la media è in aumento ( valori fino al 10%).

La diffidenza nel nostro paese verso l’e-commerce fa sì che  chi investe anche in questa nuova forma di mercato ( con una buona analisi del mercato e un buon posizionamento si possono affiancare le due forme di vendita, quella “classica” e l’online) ha potuto registrare un aumento dei loro incassi, grazie ad un sistema di  approvvigionamento e velocizzazione delle consegne che può raggiungere utenti che più lontani dalla sede fisica dell’attività.

Probabilmente c’è ancora molto da fare prima che il mondo online venga considerato un alleato, soprattutto per le piccole e medie imprese, (considerando che il nostro paese è composto da quasi il 95%  da realtà di questa entità)  che invece rimangono immobilizzati a tecniche e processi di vendita arretrati, senza captare il surplus che ne potrebbero percepire proiettando la loro attività in un raggio più ampio, anche se di nicchia.